mercoledì 21 marzo 2007

uguali o diversi?

Spesso la mattina mi capita di fare il viaggio in treno con una cara amica e due ragazzi dei quali lei si prende cura.
Il viaggio è sempre molto gradevole sia perché lei ci sa davvero fare, sia perché questi due ragazzi, nella loro spontaneità, sono molto piacevoli.
Una cosa a cui non credo che riuscirò mai ad abituarmi è la reazione delle persone che ci siedono accanto.
Nessuno resta mai indifferente.
Questo mi colpisce, forse perché fin da bambina mi è stato inculcato che siamo tutti fratelli e che siamo tutti uguali... E vedere i molti modi di reazione degli altri fa pensare che per il mondo non sia così: non è vero che siamo tutti uguali... Ci siamo anche inventati tanti nomi con la scusa del rispetto: "disabili", "diversamente abili", "bisognosi di sostegno", "bambini H"... tutto per catalogare e classificare il "diverso".
Che tristezza...

Questa mia amica porta a spasso tutti i giorni un pungolo della nostra società, e costringe il mondo a guardare ad esso e a scegliere di rapportarsi con questo!

Cos'è che sconvolge il mondo? Certo la realtà del diverso sconvolge, ma penso che vedere la semplicità e la naturalezza con cui questa mia amica si rapporta a loro lasci perplessa molta gente.

Sono convinta che quello che sta facendo sia qualcosa di grande. Certo non è l'unica al mondo, e certo lei non cambierà il mondo... però è bello vederglielo fare in silenzio e nella semplicità della quotidianità col sorriso e con le naturali stanchezze che il lavoro impone.

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