martedì 19 giugno 2007

cosa stava cercando?

oggi nel tragitto dalla stazione all'università mi incontro un tizio con un cacciavite che stava scassinando un telefono pubblico...
lo guardo un po' per cercare di capire se per caso era un operaio...
ma dallo stato in cui aveva ridotto quel telefono deduco che non stava cercando di "ripararlo"...
Mi vede e abbandona l'opera.
Cammina assieme a me guardandomi come chi cercasse di capireche intenzioni avevo.
Mi fermo al semaforo
Lui allora si ferma al semaforo dell'altro angolo così da non fare il mio stesso tragitto.
Ma il semaforo a cui ero ferma io era rosso mentre il suo è diventato verde subito,
allora mi sono spostata in quello in cui era fermo lui
(tanto io avrei dovuto fare entrambi gli incorci... prima o poi).
Lui non credeva che ci fossi più e al telefono successivo ha riiniziato lo stesso lavoro...
poi si è girato
e mi ha visto di nuovo
...
si è gelato col cacciavite in mano e mi guardava tenendolo stretto
...
ora
...
per me poteva anche scassinare tutti i telefoni pubblici della città:
non mi metto certo a discutere con qualcuno perché svita i telefoni... tantopiù se impugna un cacciavite...
...
ma
...
che cosa avrà sperato di trovarci dentro?
I telefoni pubblici che stava scassinando non vanno più a monete da parecchio tempo (sono quelli di metallo grigi) ma solo a tessere telefoniche...
mah...
la gente è strana...
(o forse sono troppo ingenua per riuscire ad immaginare cosa si possa fare svitando un telefono)

Comunque io mi sono limitata a fare in modo che capisse che lo stavo guardando...
lui è rimasto fermo col cacciavite in mano aspettando che passassi e poi se ne è andato seguendomi da lontano...

giovedì 14 giugno 2007

post

Carissimi,
dopo due settimane di concorsi sono sul rimbambito andante.
Provate ad immaginare:
un mese di studio,
un concorso in trasferta,
un altro la settimana successiva con pendolarismo
ossia alzata alle 4 per due giorni consecutivi, arrvio alle 9, esame di 4 ore, e rientro a casa
...
ecco
provate ad immaginarmi ieri pomeriggio che è stato l'ultimo di questi due giorni intensi...
sul treno per casa
con un discreto caldino ma addosso le maglie che la levata fornara mi aveva fatto prendere dietro,
sul treno dei lavoratori
verso casa
finalmente verso casa
mi siedo in un seggiolino a tre posti
con un unico pensiero in testa:

DORMIRE!

Accanto a me c'è una bambina down molto socievole
davvero molto socievole
ma proprio socievolissima!

è bello quando sono positivi e mi incanto a guardarla
lei se ne accorge subito e viene a regalarmi una patatina di McDonald
poi per non fare discriminazioni la regala anche ad un ragazzo che era seduto davanti a me.
Nel giro di un paio di minuti ci analizza e decreta che può venire a sedersi con noi
...
abbiamo iniziato il gioco dei nomi: "come ti chiami?" "e tu?" "e lei?"
ha tentato di coinvolgere anche un'altra persona che però non l'ha degnata di uno sguardo...
lei ha insistito parecchio ma questa ragazza proprio non ne voleva sapere
alché mi sono inventata un nome per questa ragazza e abbiamo fatto finta che si chimasse così.
La situazione sembrava proprio da teatro dell'assurdo:
io con delle occhiaie da sonno inaudite che gioco con una bambina down all'amica immaginaria avendola davanti e senza che questa ti guardi nemmeno...
non so tra quei tre chi fosse la più fulminata ;)

Questo gioco è durato parecchio
poi ha iniziato a curiosare nel marsupio del ragazzo seduto davanti a me
e ha trovato un gioco bellissimo:
uno splendido mazzo di chiavi colorate :)
ci è servito da nacchere
poi da gioco dei colori
:)

Eravamo quasi arrivati quando ha iniziato a raccontarci del suo cane
(la cosa era esilarante da morire perché lei era impegnatissima per farci capire le cose nonostante la sua grande fatica ad esprimersi sia per lo scarso vocabolario che per l'intensa salivazione)
che si chima Billi
fa bau bau
mangia
(e fino a qui tutto ok, poi però...)
fuma
?
guida la macchina
??
risponde al cellulare
???
taglia l'erba
????
yuk lo voglio anch'io un cane così!

L'apoteosi l'abbiamo raggiunta quando ha deciso di fare pulizia su per il naso
e pretendeva di appiccicare le sue caccole sul mio maglione
...
che fosse un segno d'affetto????????
(sigh)
...
per fortuna che prima di cercare di raggiungere la mia maglia si premurava di passare il ditino bello carico dalla bocca...
almeno arrivava a me già scarico

...

quando è scesa avevo un altro pensiero in testa oltre a quello di dormire
LAVARMI!

mercoledì 6 giugno 2007

qualche chicca da S.

In questi giorni sono andata a S. per un concorso.
Mi limiterò a raccontarvi le chicche coreografiche.

Albergo:
sembrava di essere nella casa di montagna coi mobili della nonna un po'risistemati... però c'era
il salottino -wow-,
splendita vista sulla città -wow wow-,
televisore al plasma -mai acceso-,
doccia rotonda matrimoniale con vetro antigoccia...
e un sacco di altre comodità tanto per giustificare quei 95€ a notte...

Il ragazzo della portineria (perché quella non era un reception!) era uno studente di ingegneria, un pochino impacciato ma questo lo rendeva simpaticissimo :-)
Gli chiedo come fare ad arrivare al dipartimento di ingengeria e mi risponde che bastava che prendessi via Roma e quando arrivavo all'ospedale psichiatrico ci entravo dentro ed ero arrivata
???????
Non ci potevo credere...
Proprio la sera prima mi avevano fatto vedere quella puntata di Asterix in cui lui ed Obelix devono recuperare il modulo A38 in un palazzo dove se ne esce matti...
(che sia un segno? - mi son detta)

Vabbeh...
parto alla scoperta,
arrivo all'ospedale psichiatrico ed effettivamente passato l'arco trovo proprio le indicazioni:
dipartimento di ingegneria a sinistra,
dipartimento di fisica a destra
...
vado a sinistra
...
cammina cammina arrivo in uno scantinato...
mi guardo un po' attorno ma, a parte un pankabbestia con la sua creaturina, non c'è proprio niente
...
gironzolo un po' e trovo una porta antipanico aperta
entro e c'è il WC
...
giro ancora un pochino e trovo una scala con su scritto "uscita"
...
la prendo ed arrivo in un enorme salone, vuoto, bianchissimo con arcate tipo portici,
una persona apre una porta e ci entra,
in lonananza vedo un cartello scritto a mano che dice "portineria"
BENE! E' LI' CHE DEVO ANDARE
vado
c'è una ragazza al telefonino
le chiedo se sapeva dirmi dove si sarebbe svolto in tal conocorso il giorno dopo
"e io che ne so?"
-scusi ma non è la portineria questa?-
"sì"
-... ecco... e a chi lo devo chiedere allora???-
" 'spetta che telefono..."
chiede a menonsochi e poi mi spiega
"sì, è nella 1.A"
-ottimo! Dov'è la 1.A?-
"esci di qui..."
-da che parte?-
"dalla stessa parte da dove sei entrata"
-no perché sono entrata dal wc-
"ok... esci di qui (!) e poi prendi la strada a destra"
:.(
"anzi no... torni alla sbarra"
:.( :.(
"hai presente dove è scritto OSPEDALE PSICHIATRICO?!"
-sì!-
"ecco torni lì e segui per il CENTRO RIABILITAZIONE MENTALE"
:.( :.( :.(
"vai fino in fondo alla strada, c'è un piccolo arcetto, ed è lì"
:.( :.( :.( :.(
vado
arrivo in uno spiazzo, vedo un archetto, lo passo e c'è una struttura minuscola, entro e mi sembra di essere nel retro di una enorme cella frigorifera...
non c'è nessuno a cui chiedere
mi guardo attorno sperando di trovare da sola l'aula ma ci sono cartelli ovunque (avete presente Alice nel paese delle meraviglie? ecco... uguale)
esco
vedo un tizio e gli chiedo se sa dov'è l'aula 1.A
"no, però laggiù c'è la biblioteca, chiedi a loro vedrai che lo sanno"
vado
chiedo
ma non lo sanno: "provi ad andare in portineria"
-NO! LI' CI SONO GIA' STATA E MI HANNO MANDATA QUI!-
arriva un ragazzetto con la sua bella cioccolata calda da macchinetta e mi chiede che aula stessi cercando
-la 1.A-
"impossibile! non esiste più quella numerazione ormai da anni: ora le aule sono tutte 1243, 4093, 2345..."
lo guardo con sguardo interrogativo
"boh... prova ad andare in quello stabile là - e mi indica quello dove ero già stata, quello con tutti i cavi della cella frigorifera e i cartelli di Alice - , quello coi mattoncini che sembra un forno crematorio..."
(ahhhhh sono tutti matti qua!!!!)
torno là
finalmente c'è una signora seduta sotto ad una scrivania col telefono che parla delle corna che tizo ha messo alla tizia e di che capelli biondi c'ha l'altra...
la guardo e lei si accorge che ci sono anche io
le chiedo se sapeva nulla dell'aula 1.A
"sì è quella!" ed indica nella direzione dei cartelli di Alice
...
già
... dietro a quel marasma di cartelli ce n'era uno con su scritto AULA 1.A
...
tutto questo in un'ora